giovedì 26 maggio 2016

Il roseto del dottore

Tempo fa, un'amica che sa quanto io ami le rose mi ha proposto di andare a visitare il giardino di un conoscente della sua famiglia. Ovviamente ho accettato, entusiasta della possibilità di conoscere un appassionato collezionista come me e di poterne carpire i segreti.
Oggi siamo andate. Ho visitato un luogo da togliere il fiato: una collezione di 200 varietà che circonda una casa costruita nel 1834. Quello che mi è rimasto più nel cuore, però è stato l'incontro con il Dottor Giuseppe Maria Rissone, una di quelle persone che si ascolterebbero per ore e che difficilmente si possono dimenticare.


Il Dottore mi ha accolta in compagnia del suo meraviglioso cane con una grande generosità. Entusiasta di poter raccontare della sua passione nata fin da bambino. Alcune rose della sua mamma sono ancora lì, belle e vigorose, circondate da varietà antiche e moderne: Queen Elizabeth, Monsier Hulot, Tempi Moderni, Gitana, Moscatella, Lea Massari, Crimson Glory, Pierre de Ronsard, Gertrude Jekyll e molte altre.

Camminare nel vialetto adornato da un lungo arco ricoperto da rose splendide, ascoltando come il Dottore ha reperito i vari esemplari, ancora una volta mi ha confermato che amare le rose è una forma di cultura perchè ognuna racchiude una storia che parte nel vivaio di produzione e arriva ad intrecciarsi con quella del collezionista che la vuole nel suo giardino per mille ragioni diverse: il colore, il nome, il profumo...




Passando da una rosa all'altra però, la storia più bella l'ho ascoltata nella splendida piccola  cappella privata della  casa dove il Dottore mi ha raccontato della sua esperienza come medico di guerra. Ancora oggi, se Medici Senza Frontiere lo chiama, il Dott. Rissone non esista a mettersi in viaggio: l'Africa, quella terribile delle guerra, del Rwuanda, della povertà l'ha visitata diverse volte, occupandosi non solo di curare, ma anche di trasmettere le sue competenze ai medici locali.


Ascoltando storie di morte e dolore, non posso non pensare che quegli occhi buoni devono averne viste di cose terribili, e forse tornare a casa dalle sue rose lo ha aiutato a ritrovare la serenità del quotidiano. E chissà,  magari queste rose sono così belle proprio perchè la persona che le cura è un uomo buono, un uomo di pace che sono felice di avere conosciuto e che non potrò mai dimenticare.....











S.

4 commenti:

  1. Che bella storia... e bellissimo giardino, un vero scrigno di bellezza

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  2. Ilaria un vero paradiso, ma di questo pomeriggio mi porterò dietro soprattutto il ricordo di una persona davvero speciale!☺

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  3. Ilaria un vero paradiso, ma di questo pomeriggio mi porterò dietro soprattutto il ricordo di una persona davvero speciale!☺

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  4. Un posto meraviglioso dove il dolore diventa forza

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