lunedì 3 luglio 2017

L'ora del tè al cottage delle rose

E' l'ora del tè qui al cottage delle rose. Oggi abbiamo un'ospite speciale: Clelia Canè, giovane artista e scrittrice che condivide alcune delle nostre più gandi passioni: l'amore per la natura, per l'acquerello botanico, per l'Inghilterra e naturalmente per il tè. 
E' un onore per noi ospitare quella che possiamo a tutti gli effetti definire la Beatrix Potter contemporanea, creatrice di un mondo incantato che si ispira proprio alle opere della famosa illustratrice britannica. Ringraziamo di cuore Clelia per avere accettato l'invito con la gentilezza che le è propria. Versiamo il tè nelle belle tazze di porcellana inglese che abbiamo preparato, dunque, e godiamoci questa bella chiacchierata.


 La "Valledellerose" dove ambienti le tue storie esiste davvero o è un luogo ideale, frutto della tua fantasia come Quieta Radura e i suoi piccoli abitanti?
La Valledellerose è un luogo che definirei “ibrido”, una terra di mezzo, un posto magico e reale al tempo stesso, a metà strada tra il confine fiabesco e quello geografico. Si tratta della valle in cui vivo, dove è situata la casa di famiglia costruita dal mio bisnonno subito dopo il secondo conflitto mondiale. Il nome “Valledellerose” deriva proprio da un mix di elementi: prima di tutto rievoca la piccola vallata in cui abito, tanto verdeggiante quanto suggestiva, poi celebra un fatto storicamente accaduto. Un tempo, infatti, la casa di famiglia era circondata da un meraviglioso roseto con rose di ogni tipo. Mio nonno ha proseguito l'opera piantando lungo il giardino un cespuglio di rosa selvatica che ci regala fioriture uniche ogni anno. Ma al di là di un passato solido strettamente familiare, la “Valledellerose” nasce anche e sopratutto per l'amore che mi lega alla rosa in sé, questo fiore tanto regale quanto semplice allo stesso tempo. In particolare prediligo le rose inglesi e quelle antiche. Quando ho progettato la ristrutturazione del mio studio artistico ho scelto un arredo dai colori tenui e luminosi e una carta da parati decorata con tralci di rose delicatissime.
Per ricollegarmi alla domanda iniziale, aggiungo che la Valledellerose si trova anche nella mappa
del bosco di Quieta Radura e la descrivo come la valle più antica e magica. Questo perchè è proprio
qui che si trova il “Roseto bianco”, dove vivono le fate. Nella stessa valle poi ho inserito anche la
mia casa, ovvero il “Cottage Valledellerose”.

Che  rapporto hai con il giardino: te ne prendi cura come faceva la tua maestra Beatrix Potter?
Quando ho tempo lo faccio con piacere, mi appassiona, mi rilassa... amo il contatto diretto con la natura e con la terra. Mi piace prendermi cura dei miei fiori, vederli crescere e fiorire. Trovo che non esista nulla di più confortante di una buona tazza di tè sorseggiato in giardino. Penso davvero che non ci sia niente di più sacro del contatto con madre natura, poiché la natura avvicina a Dio, a qualcosa di più alto e celeste, capace di donare pace e serenità.



Quale aspetto di Beatrix Potter ti assomiglia di più è quale sua caratteristica ammiri 
maggiormente?
Come dico sempre, Beatrix per me è la maestra per eccellenza. La mia formazione è avvenuta sotto la sua “guida”, osservando e studiando l'intera sua opera, nonché la sua straordinaria vita. 
Sono diverse le cose che condividiamo e che abbiamo in comune: l'amore per la natura e per i bambini, l'amore per l'arte e per l'acquerello in generale. Ma in lei rivedo la mia stessa testardaggine nel perseguire un sogno che agli altri sembrava impossibile. Come lei non ho mai amato la scuola, non perchè non ami lo studio, al contrario, lo amo tanto da non smettere di studiare e imparare ogni singolo giorno. Ma quello che non ho mai appoggiato è la grande macchina del sistema scolastico che troppo spesso tende ad ingabbiare in un vortice di stereotipi e omologazione. Dovrebbe esserci più libertà creativa, più attenzione allo sviluppo delle doti innate, dei talenti che ogni giovane possiede. Concludo dicendo che di Beatrix ammiro sicuramente la straordinaria capacità di precorrere i tempi, una dote che l'ha resa una donna moderna e all'avanguardia. 
Quale dei tuoi personaggi ti è più caro?
Per questa domanda ho una sola risposta: il signor Tappalatoppa. Come per Walt Disney con
Topolino, anche io ho un piccolo musino dal baffetto impertinente che ha segnato l'inizio di un
sogno. Perché, come diceva il mio adorato “papà Walt”, “non bisogna dimenticarsi che tutto è nato
da un topo...” 

L'ora del te' con i suoi riti fatti di piccoli gesti antichi, eleganti ed "educati", a parer nostro, dovrebbe essere riscoperta anche in Italia e diventare una tradizione: quanto è importante per te? Quale varietà di tè preferisci? Qual è il tuo dolce preferito?
Mi trovi pienamente d'accordo! Il tea time è un momento davvero unico e versatile. Lo definisco
versatile per il semplice motivo che ben si adatta sia al singolo che alla collettività. Si tratta di un 
momento spirituale di incontro con sé stessi ma anche con il prossimo e per tale ragione può essere vissuto in solitudine o in compagnia. Per me l'ora del tè è irrinunciabile, un vero rito, come per gli inglesi. Ho una collezione infinita di tazze e mug di ogni genere e mi piace variare nella scelta quotidiana, così come amo cambiare tipi di tè da sorseggiare. Amo moltissimo il tè nero alla rosa, il mio preferito in assoluto, seguito da quello ai frutti di bosco e dal tè alla vaniglia. Come accompagnamento scelgo quasi sempre gli shortbread, biscotti al burro scozzesi davvero deliziosi! Di dolci preferiti ne ho tanti, non solo uno, perchè sono golosissima! Amo la Victoria Sponge, le torte ai frutti di bosco in genere (ho un debole per i frutti di bosco), la crostata alle fragole, il tiramisù (in questo sono italianissima, un po' come per la passione sfrenata che ho per la pizza) e tutto ciò che contiene cioccolato. Da bambina il mio dolce preferito era la classica “torta della nonna” al limone, con una crema chantilly morbida e delicata come una nuvola. Ancora oggi la scelgo spesso come torta di compleanno: agosto è un mese torrido e non c'è nulla di meglio di una fresca torta al limone.

Clelia ha dedicato all'ora del tè  un delizioso libricino intitolato "Un tè nel bosco di Quieta Radura" dove troverete sfiziose ricette per organizzare un tea time da sogno!

Terminiamo questa bella chiacchierata parlando di sogni, ne abbiamo tati nel cassetto anche noi. È difficile oggi, in Italia vivere dei propri sogni? Ne hai uno ancora da realizzare (se si può dire)
Per esperienza posso affermare con certezza che vivere dei propri sogni non è semplice, ma neppure
impossibile. Certo, per perseguirli è necessaria una buona dose di coraggio, passione e caparbietà,
unite ad una volontà indomita, capace di fare miracoli. Di sogni da realizzare ne ho ancora
tantissimi, ma preferisco aspettare il tempo giusto per coronarli, così che possano crescere con me.
Se c'è una cosa che ho imparato è il dono dell'attesa, di saper aspettare, perchè ogni cosa ha un
tempo di maturazione, come in natura. Alterare questi equilibri è controproducente, bisogna invece
rispettarli e lasciar fluire tutto, senza però smettere di lottare per ciò in cui si crede.

Coraggio, passione e caparbietà sono doni che certo non mancano a Clelia Canè e, prima di salutarla, la ringraziamo anche per le immagini che arrichiscono questo post e le auguriamo di cuore che tutti i suoi sogni si possano realizzare!

Per conoscere meglio il mondo di Clelia Canè:
www.cleliacane.com
 Facebook: Il mondo incantato di Quieta Radura, Antiche favole dal bosco di Quieta Radura, Clelia Canè Crew-Customer Service, L'ora del tè con Clelia

Inoltre: http://garlandsofhearts.blogspot.it/2017/06/nella-valle-dei-sogni.html



mercoledì 28 giugno 2017

Giardini e delitti.....

Quante volte guardando una serie televisiva si rimane colpiti dalla bellezza del set, specie se si tratta di un bel giardino? Chiacchierando su facebook con alcuni amici a proposito di giardini inglesi e serie televisive, mi è venuta voglia di dedicare un post ai cottage garden di alcune popolari fiction.
Iniziamo dall'Inghilterra con un grande classico: Miss Marple.
Al celeberrimo personaggio ideato dalla scrittrice Agatha Christie sono state dedicate moltissime serie televisive, nelle quali si alternano nel ruolo di protagonista diverse attrici tra cui Geraldine McEwan, Julia McKenzie e la famosissima Angela Landsbury, interprete della mitica Signora Fletcher di cui tornerò a parlare in seguito.
Miss Jane Marple vive in un meraviglioso cottage nel pittoresco villaggio immaginario di St. Mary Mead. E' zitella, ama lavorare a maglia, cucina dolci squisiti per l'ora del tè con le amiche, è appassionata di birdwatching, il che giustifica il fatto che abbia sempre a portata di mano il binocolo con il quale non disdegna di dare anche sbirciatine al vicinato. La sua arguzia, naturalmente, la vedrà coinvolta nella soluzione di numerosi delitti, accanto a ispettori di polizia spesso infastiditi dalla sua invadenza.
Tra le grandi passioni di Miss Marple, il giardinaggio: il suo cottage è circondato da uno splendido cottage garden dove trionfano rose, digitali, lupini, edere rampicanti, clemantis, lavande e fiori di ogni tipo, lasciati sapientemente liberi di esprimere la propra vitalità.
Una scena dell'episodio "La morte al Villaggio"
Miss Marple è interpretata  da Geraldine McEwan
Angela Landsbury nel ruolo di Miss Marple
Assassinio allo specchio (1980)

Le ultime due serie di questo fortunato telefilm che ci proietta nell'inghilterra dei primi del '900 sarano nuovamente trastamesse su Paramount Channel alle 16.30 a partire dal  25 giugno.
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Altra popolare serie inglese tratta da alcuni romanzi di G. K. Chesterton è Padre Brown (Mark Williams). Ancora campagna, cottage e delitti nell'Inghilterra della prima metà del '900. Siamo a Kembleford nei Cotswolds e le vicende ruotano intorno al simpatico Padre Brown, parroco della chiesa cattolica di St. Mary che, suo malgrado (o forse no), si trova sempre coinvolto in delitti che sconvolgono la vita della cittadina. 
A fare da coro all'astuto prelato un gruppo di personaggi molto ben studiati: la simpatica perpetua Mrs. McCarthy (Sorcha Cusack) che spesso battibecca con la raffinata "femme fatale" Lady Felicia Montague (Nancy Carroll), l'autista e tuttofare Sid Carter (Alex Price) e l'ispettore Valentine (Hugo Speer), sostituito poi dal collega Sullivan (Tom Chambers). Solo nella prima stagione compare anche la giovane profuga polacca Susie (Kasia Koloczek) che vive in un campo per rifugiati politici e lavora come domestica presso la canonica.
 Di delitto in delitto saremo accompagnati in bellissimi giardini e ville e seguiremo i protagonosti nella loro quotidianità fatta di rituali ed abitudini tipicamente britanniche come le fiere di paese organizzate dalla parrocchia per raccogliere fondi.
 

Mrs. McCarthy è famosa per i suoi scones, tradotti poco felicemente con il termine "focaccine" nella versione italiana in onda in questo periodo alle 21:00 del venerdì su Paramount Channel.
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Ancora crimini e bellissimi paesaggi britannici nella serie L'Ispettore Barnaby (Midsummer Murders) in onda su La7 alle 21:00, interpretato prima da John Nettles nei panni di Tom Barnaby e poi da Neil Dudgeon che interpreta John Barnaby, cugino di Tom. 
💚💙
Meno conosciuta, ma non per questo trascurabile la deliziosa serie "Rosemary and Thyme" (Giardini e misteri) prodotta nel 2002 e che ha come protagoniste due amiche (una docente universitaria di orticultura e una ex poliziotta) che si mettono in società per progettare e ristrutturare giardini, antichi parchi, cottage gardens, insomma un paradiso per gli occhi di noi "giardinofili" affamati di bellezza. La serie, interpretata da Pam Ferris e Felicity Kendal non è attualmente in programmazione, ma si può comunque seguire su youtube. Credetemi, ne vale la pena!



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Parlando di giardini e delitti, non possiamo certo dimenticare una delle fiction più famose e più trasmesse di tutti i tempi: Murder she wrote, ovvero "La Signora in Giallo" che sto guardando proprio mentre scrivo. Come tutti sappiamo, la Signora Fletcher vive in un delizioso cottage bianco nell'immaginario paese di Cabbott Cove nel Maine. 
La bella cucina della signora Fletcher. La vede la stufa là dietro? Un sogno!
                                        
Ci siamo trasferiti negli Stati Uniti, ma la bellezza e la cura del giardino e del paesaggio rimangono molto British. La Signora Fletcher coltiva un bellissimo giardino, le sue rose vengono spesso citate nei vari episodi anche se i crimini la distolgono dalla cura delle sue piante che lei affida al suo fidato amico Seth.
In questo episodio, Jessica fa curare il  giardino ad un ragazzino la cui madre è implicata in un omicidio.

Giardini e delitti o delitti in giardino, comunque vogliate metterla, la presenza da protagonista del paesaggio e del giardino in queste popolari serie televisive non serve solo a fornire una bella cornice alle vicende, ma è indice dell'importanza che lo spazio aperto e il verde hanno assunto nella cultura britannica e non solo: il giardino come elemento identitario che ci porta a riconoscere immediatamente l'ambientazione di uno sceneggiato in base alla scelta delle varietà botaniche e alla loro disposizione. 

Le foto di questo post sono tratte dal web
                                                 

giovedì 22 giugno 2017

It's tea time!

L'ora del tè dovrebbe diventare un obbligo di legge, non credete anche voi? A metà giornata, quando le energie vanno esaurendosi a causa del moto perenne in cui ci troviamo, dovrebbe essere obbligatorio potersi fermare, ovunque ci si trovi, accendere il bollitore e, possibilmente utilizzando una bella tazza di porcellana (perchè anche l'occhio vuole la sua parte), sedersi comodamente da soli o in compagnia e sorseggiare un buon tè accompagnato da qualche dolcetto della tradizione.

Lo scorso anno, facendo ricerche per i pannelli storici dedicati alla storia del tè che abbiamo esposto nell'ambito dell'evento "Un tè per il ponte", ho cercato, senza grande successo, tracce dell'introduzione di questa popolare bevanda in Italia e, in particolare, a Genova. L'unico cenno che ho trovato faceva riferimento all'uso di tè come ospitale benvenuto per illustri ospiti inglesi presso i palazzi nobiliari genovesi.

Gli italiani hanno sempre preferito il caffè o la cioccolata, prova ne è il fatto che tutti noi abbiamo ereditato dalle nonne soprattutto servizi da caffè e meno da tè. Il rito del ricevere offrendo caffè fa parte della nostra ospitalità, ma nel quotidiano, per lo più,  le nostre pause ci consentono solo un veloce salto al bar per un espresso consumato tristemente, in piedi, al bancone.

In Italia,  il tè è ancora una bevanda di nicchia. Tra i miei conoscenti siamo davvero in pochi a utilizzarlo nel quotidiano, ripetendo una gestualità fatta di piccoli riti quali la scelta della varietà (io prediligo Earl Grey di Twinings o de La Bottega Solidale o il buonissimo Tè nero di Natale di Peter's Tea House)  o della tazza da utilizzare (una mug carina se si va di fretta o una bella tazza di porcellana inglese  quando ospitiamo qualcuno o quando vogliamo regalarci un momento speciale).

Molte persone, soprattutto giovani, ritengono che questa sia una bevanda da "vecchiette", fuori moda, noiosa, ma sarà proprio così?
Io e Valeria, di certo non la pensiamo in questo modo e, come noi, le tante persone che ci sono venute a trovare per la seconda edizione dell'evento che abbiamo voluto dedicare proprio a questa bevanda, apprezzandone  la raffinatezza e l'eleganza.
 Che ci sia voglia di riscoprire gesti antichi ed eleganti? Che da Murta possa partire una piccola "rivoluzione culturale" per il riscatto del tè e per l'affermazione del tea time come momento di socialià? Me lo auguro proprio perchè questa nostra società ha sempre più bisogno di ritrovare gesti gentili e belli anche e soprattutto nella quotidianità.








domenica 28 maggio 2017

Un tè in giardino 2017

L'edizione numero due di Un tè in giardino si è appena conclusa e siamo davvero felici ed emozionate del successo che ha riscosso. Siamo anche molto stanche, ma ci riprenderemo presto e ritorneremo in pista per preparare la numero tre!
Nella cornice del giardino e della cantina della parrocchia è andata in scena una manifestazione elegante, curata e... perché no, anche molto gustosa, visti i vari momenti gastronomici, ovviamente accompagnati da teiere colme di tè.
Abbiamo avuto l'onore di ospitare per entrambi i giorni una splendida mostra di acquerelli della pittrice Carla Ravetti, che ha anche tenuto un seguitissimo corso la domenica. 
Sabato ha aperto la manifestazione Roberta Massa, foodblogger e autrice della pagina FB A casa di Byro,con un cooking show dedicato alla pastafrolla. Successivamente  abbiamo ospitato la bravissima e cordialissima Simonetta Chiarugi, scrittrice e blogger, che ha presentato il suo ultimo libro, Più orto che giardino, e ha condotto un workshop sulla creazione di una ghirlanda fiorita. Alle 17 poi abbiamo organizzato un vero e proprio tea time all'inglese, con cibi tipici preparati dalla foodblogger e scrittrice Ilaria Fioravanti , da una simpatica ragazza gallese trapiantata in Liguria, Harriett e dalla sottoscritta.
Fra tazze di tè, una sontuosa Victoria Sponge, sandwiches al cetriolo e al tacchino, scones con confettura e hot cross buns è trascorso un piacevolissimo pomeriggio. 
Domenica invece le ortensie sono state protagoniste, con il tè ricavato da una varietà particolare e vari interventi dell'esperta internazionale Eva Boasso
All'ora del tè questa volta si è parlato genovese, protagonista è stata una storica società dolciaria genovese: Preti.
 Grazie ad Ilaria Fioravanti per i bellissimi scatti che impreziosiscono questo post.

Vi aspettiamo a maggio 2018!









Valeria

martedì 23 agosto 2016

23 agosto: ora di talee!

Uno dei migliori modi per riprodurre una rosa (e non solo) è la talea. Ci sono varie teorie circa il periodo migliore per mettere in pratica questa semplice tecnica: chi indica il periodo tra novembre e dicembre, chi i mesi primaverili. Ma c’è un momento nell’anno che, per esperienza, garantisce il successo quasi totale ed è quello che inizia oggi, 23 agosto (giorno dedicato a Santa Rosa da Lima) e che durerà fino ai primi di settembre.  
Come effettuare la riproduzione per talea:
In base alla mia esperienza, posso dire che questa tecnica riesce meglio se le talee sono prelevate da piante non giovanissime, meglio se già lignificate. Quest’anno, però, voglio provare a dividere Wollerton Old Hall, Leonardo da Vinci e Generous Gardener che ho messo a dimora da due anni. Non sono ancora lignificate del tutto, ma sono talmente vigorose da farmi ben sperare.

Ma cosa sono le talee? Non sono altro che pezzi di ramo tagliati che, interrati e lasciati a dimora per un lungo periodo di tempo, radicano dando origine a nuove piante identiche alla madre.

Come tagliare le talee?
Per prima cosa è necessario scegliere rami giovani che abbiano da poco fiorito e che quindi siano in piena vegetazione, assicurando il nutrimento necessario per il radicamento. La lunghezza migliore della porzione di rosa da tagliare è sui 15-20 cm. Effettuare un taglio orizzontale sotto una gemma fogliare (il tessuto duro impedirà che la base marcisca). 


Il ramo tagliato, adesso deve essere porzionato: effettuare un taglio obliquo sopra un’altra gemma fogliare: la base orizzontale andrà interrata, quella obliqua, alla quale lasceremo due foglie che possano eseguire la fotosintesi, sarà invece posta verso l’alto.


 In quest immagine (presa dal Web) si vedono la giusta angolazione e distanza dalla gemma fogliare 


Piantare talee: il tempo dell’attesa
Una volta ottenuta la talea, è il momento di interrarla in un vasetto contenete 50% di torba e 50% di sabbia. Posizionare la porzione di rosa, come già detto con le foglie rimaste in alto e la base orizzontale in basso. Lasciando circa 4 cm dal fondo del contenitore.
A questo punto, alcuni suggeriscono di ricoprire il vasetto con un sacchetto da surgelati (tenuto separato dalla pianta con un bastoncino) e di porlo in luogo illuminato, ma non  a contatto diretto con il sole fino a che le foglie cadranno, per poi scoprire e lasciare aperto fino all'emissione delle prime gemme.
                                  

Io posiziono direttamente il vasetto senza sacchetto in un luogo illuminato, assicurandomi di tenere umida (ma non troppo) la terra. Ai primi freddi ripongo le piantine in una piccola serra fino a primavera. Normalmente ottengo buoni risultati.
Quando le prime gemme spuntano, la nuova pianta può essere trasferita in un vaso più grande o in piena terra: avremo ottenuto una copia identica della rosa madre.

L’uso di ormoni radicanti può favorire il successo anche in altri periodi dell’anno, ma io non li uso mai.
Un'altra tecnica (suggeritami dalla mia amica Gabriella, mamma di Valeria) prevede l'uso di una patata. La talea non viene interrata, ma inserita in una patata poi messa a terra. Non ho mai provato questo metodo diverso, ma lo farò!


Devo dire che la mia fiducia va veramente al periodo tra il 23 agosto e il mese di settembre. Lo scorso anno, in questo periodo, mio papà mi ha dato talee di una meravigliosa rosa rossa che ha in campagna, l’ho piantata direttamente in terra e mi ha già dato una meravigliosa fioritura.


La moltiplicazione per talea consente di non perdere piante che si amano particolarmente o di regalarle ad un’amica. Molti appassionati si scambiano talee via posta e i grandi vivai di rose usano questa tecnica per riprodurre le piante che venderanno. Ci vuole un po’ di pazienza e i risultati non sono sempre garantiti, però vale la pena provare!

mercoledì 20 luglio 2016

Un sogno di rose

"C’era una volta una rosa bianca come il burro, delicata, ma al tempo stesso forte, robusta, vigorosa tanto da farsi strada tra le recinzioni di due giardini confinanti e farsi notare, prepotente e affascinante ammaliatrice, da una famiglia di Brescia che, colpita dal suo incantesimo di bellezza, decise di iniziare a coltivare rose per riempire il mondo con il loro incanto."


                                                                    Alberic Barbier, 1900

Quella rosa si chiamava Alberic Barbier e la famiglia Rizzonelli  non è la protagonista di un racconto di fantasia, ma di una bellissima storia nella quale mi sono imbattuta per caso sfogliando le pagine di una rivista di giardinaggio. Affascinata dai protagonisti del mondo vivaistico, specie se legato alle rose, ho contattato l’azienda per chiedere di poter scrivere un post su di loro per questa nuova avventura online. Ho da subito avuto una risposta molto positiva da parte di Giovanni, figlio dei proprietari, che mi ha dato tutte le informazioni necessarie a raccontare la storia del Vivaio Rose Rifiorentissime di Ciliverghe di Mazzano, in provincia di Brescia.

Roberto Rizzonelli e Adriana Balzi, affascinati dalla rifiorenza e dallo splendore della Alberic Barbier piantata dal vicino di casa e prepotentemente debordata nel loro giardino, nel 2001 decisero di avviare un vivaio di rose a Brescia.  Scelsero un campo dove in precedenza veniva coltivato il granoturco, costruendo un fabbricato che riproduce così fedelmente gli edifici di una volta da sembrare assolutamente autentico: travi, capriate, coppi antichi, muro in pietra, arredamento d’antan, pavimento in cotto recuperato dalla demolizione di un palazzo d’epoca, insomma, sembra di entrare in un orto botanico settecentesco.



                                         La planimetria del vivaio Rose Rifiorentissime



                                                                    La sede del vivaio





Poi la scelta delle rose: la Signora Adriana ha girato l'Europa alla ricerca di rose particolari e rare, alcune addirittura completamente scomparse dal mercato. La scoperta più sensazionale e del tutto casuale  fu l’incontro con un anziano collezionista ungherese che le mostrò i tesori raccolti nel corso di una intera esistenza, consentendole di riprodurle, dando così nuova vita a queste varietà pressoché introvabili: una vera e propria “banca” di preziosi esemplari storici.




Per un’appassionata come me, l’esperienza della famiglia Rizzonelli è come un sogno. Solo i collezionisti possono capire l’emozione della ricerca, la gioia della scoperta e la soddisfazione del potere piantare in un angolo del proprio roseto, per quanto piccolo come il mio, una rosa che si credeva perduta o una varietà molto antica. E solo chi ama le rose in modo un po’ folle come me, può capire la gioia di conoscere, anche se solo a distanza, persone che hanno realizzato il proprio “sogno di rose”. Con fatica, certo, con sacrificio. Perché coltivare la terra, dedicarsi alle proprie piante facendone una scelta di vita non è facile, richiede costanza e dedizione. Ma con questa fatica e dedizione la famiglia Rizzonelli contribuisce a rendere più belli e colorati i nostri giardini, possiamo non essere loro riconoscenti?

Quindici anni dopo, Rose Rifiorentissime (l'azienda si chiama così perchè il 70-75 % dell’ assortimento è composto da varietà molto rifiorenti) è un'azienda specializzata in rose provenienti da collezioni dei più importanti ibridatori europei e nella progettazione di splendidi "Giardini di Rose".
Il vivaio vanta un assortimento di oltre 350 varietà e il visitatore può accedere alla documentazione scientifica su ogni rosa per potere scegliere al meglio. Come dice Giovanni che ci accompagna in questa visita virtuale: è impossibile uscire senza aver trovato la rosa che si cerca: “abbiamo rose con forme, colori, petali e spine particolarissimi: vi sono rose striate, rose di color lilla, di color terracotta, oppure la rosa nera ovvero la famosa Black Baccara".
 Black Baccara



                                                                
La distesa infinita di rose all'interno del vivaio, lo sentite il profumo?

Tra le categorie presenti in vivaio citiamo le  Rose Floribunda (di altezza media, di solito massimo un metro, molto rifiorenti, dal fiore medio-grande, che fanno fiori in corimbi di solito di massimo 4-5 fiori, molto generose nella rifiorenza, ma scarsamente profumate);  Rose Minifloribunda (molto simili alle floribunde, solo che sono di dimensioni più modeste, spesso 40-60 cm; anche queste molto ben rifiorenti, ma poco profumate); Rose Ibrido di Moschata (rose che quasi sempre hanno il fiore semplice, che ricorda le roselline di campagna, quindi con solo 5 petali o comunque pochi raccolti in mazzetti, molto spesso vigorose e ben ramificate. Sono una delle pochissime categorie di rose ad accontentarsi anche di poco sole. I colori sono classici, e il profumo il più delle volte non è significativo) e Rose Ibrido di Tea, di cui abbiamo già parlato in un post precedente e che sono forse le rose più famose, ovvero quelle che si possono recidere (hanno un portamento eretto, fanno pochi steli ma molto grossi, ed in cima ad ogni stelo vi è un fiore singolo, di forma perfetta, spesso profumato, che se reciso nel momento giusto può rimanere in fiore fino a 10-15 giorni).



Paul Lede



Garden Princess

                                                                     Kathleen

Dal profumo che sento, capisco che ci stiamo avvicinando alle mie preferite: le antiche e le inglesi del mio adorato David Austin. Ecco infatti le regine di ogni roseto che si rispetti: Portland, Ibridi di Muscosa, Ibridi di Chinensis, Rose Botaniche, Ibridi di Spinosissima, Ibridi di Bracteata, Alba, Tea, Galliche, Bourbon, Ibrido Perpetuo, Rosa Rugosa, Ibrido di Roxburghii, Centifolia, Damascena e molte altre fanno parte della mia ultima ossessione: le rose antiche, dal profumo straordinario e, in alcuni casi, dalla prolungata rifiorenza.
Come sappiamo, alcune di queste varietà sono ottime anche in cucina o in cosmesi (ne parleremo in seguito).


Baron Girod de l'Ain, 1897

E dato che il primo amore non si scorda mai, mi fermo ammirata davanti ai capolavori di Austin, è lui il colpevole della mia passione (mio marito gliene sarà eternamente grato): dai colori sfumati o sgargianti, col fiore stradoppio grande, che spesso ricorda la forma del fiore della peonia; quasi sempre sono molto profumate. Hanno un portamento vigoroso, a tal punto che alcune varietà si possono tranquillamente coltivare come piccole rampicanti. Queste rose sono, in generale, molto generose nella rifiorenza.


 Perdita, David Austin


Lasciate le mie care inglesi, ecco le Rose Rampicanti: altra categoria molto ampia, che convenzionalmente contiene tutte quelle rose che hanno un’altezza minima di 200-250 cm. Ne esistono innumerevoli tipi, e si possono utilizzare per adornare la propria casa, oppure per fare siepi, oppure per ricoprire pergolati. Di solito la rifiorenza nelle rampicanti è più contenuta, ma in compenso esistono diverse varietà che sviluppano una foltissima e sanissima ramificazione. Poi vi sono rose eccezionali come la Filipes Kiftsgate, che può superare i 15 metri di sviluppo, leggende raccontano che superi anche i 20 metri.

 Gloire de Dijon

Poco distante intravedo piante da frutta e incontro la signora Adriana che con orgoglio, mi racconta che Rose Rifiorentissime non è solo un vivao di rose, infatti, l’Azienda si occupa dal 2003 anche della ricerca e rimessa in coltivazione di vecchie varietà di alberi da frutto bresciani,  di facile coltivazione, produttivi  e quindi ideali per il frutteto domestico.
Le varietà antiche sono molto resistenti alle malattie perché essendo state coltivate per secoli in un determinato territorio, si sono adattate agli specifici microclimi, quindi riescono a fruttificare bene senza dare molti problemi. Al contrario le varietà moderne sono selezionate per le coltivazioni intensive, quindi necessitano di notevoli concimazioni e di conseguenza di notevoli trattamenti antiparassitari. I frutti antichi hanno spesso anche una notevole serbevolezza, ossia la capacità di mantenersi (se conservati in ambiente non riscaldato) in alcuni casi anche 4-5 mesi, peculiarità preziosissima per chi vuol fare una sana dispensa.

La visita virtuale si conclude con la gioia di avere condiviso un sogno realizzato e con la speranza di potere presto aggirarmi sul serio tra gli affascinanti esemplari collezionati dalla famiglia Rizzonelli che ringrazio di cuore, in particolare di Giovanni per la generosità e la gentilezza con la quale ha accompagnato la creazione di questo post, per le informazioni che l'hanno reso possibile e per le splendide foto che mi ha inviato.

VIVAIO ROSE RIFIORENTISSIME
Via Portesi, 23 – Ciliverghe di Mazzano (BS)



martedì 19 luglio 2016

In un angolo del giardino

In un angolo del giardino, verso metà giugno, esplode un alto cespuglio tinto di rosa: le Dahlie, fiori a volte sottovalutati, ma dalla grande presenza scenica che, una volta terminata la propria esibizione spettacolare spariscono per riposare fino all'estate successiva. 


Queste amanti del sole sono ottime per le bordure miste tipiche del cottage garden. Ne esistono diverse varietà e prima di metterle a dimora è importante controllare l'altezza che raggiungeranno per non rovinare l'effetto d'insieme che si desidera ottenere:  le mie, ad esempio, raggiungono il metro di altezza, quindi stanno bene tutte insieme a formare un grosso cespuglio e in un un'aiuola mista dovrebbero essere posizionate sullo sfondo. 


Esistono, tuttavia, anche Dahlie di piccole dimensioni  (le nane o le pompom), ottime per un primo piano o per un muretto a portata di sguardo. 

Gli esperti consigliano di rimuovere i bulbi a fine estate e di posizionarli in una cassetta su un letto di sabbia da riporre in un luogo asciutto fino alla nuova messa a dimora che avverrà a primavera. Questa è una buona cosa per chi, come me, spesso sbaglia le posizioni degli impianti e prova a spostare le piante fino a raggiungere un buon risultato (e mi consolo perchè grandi giardiniere come Gertrude Jeckyll o Vita Sackville-West spostavano e rispostavano i fiori fino ad essere soddisfatte). Nel mio caso,  non è necessario riporre i bulbi perchè gli inverni miti della Liguria non li mettono in pericolo. 


Ma da dove arrivano questi fiori ormai così comuni nei nostri giardini?
Fu un botanico allievo di Linneo a scoprirle alla fine del 1700 in Messico. Andrea Dahl (da cui il nome della specie) riuscì a riprodurle per semina e le portò in Europa, nell'orto botanico di Madrid.  Nel 1804 furono portate a Berlino, dove lo studioso russo Georgi iniziò le ibridazioni (in alcuni paesei europei le Dahlie, infatti, vengono chiamate Georgine  in suo onore).

Oggi si contano circa 30 specie del genere Dahlia e più di 20.000 cultivar dalle mille forme e dai mille colori, vera ricchezza per ogni giardino.




Sabrina